"Un genio, il più grande presidente nella storia del calcio. Ora il suo nome

Fabio Capello, ex allenatore del Milan di Silvio Berlusconi, ha rilasciato queste parole alla Gazzetta dello Sport in merito alla scomparsa dell'ex presidente rossonero:
"Mi è venuta la pelle d’oca. È come se fosse sparito uno di famiglia.
Ha rappresentato un pezzo grande della mia vita.
Anzi, me l’ha cambiata la vita, perché Berlusconi è stato fondamentale per la mia carriera.
Definirlo con una parola?
Un genio.
Aveva visioni geniali.
Ha inventato la tv privata dove avevano fallito Agnelli e De Benedetti, ha creato un partito in pochi mesi e ha vinto le elezioni, ha costruito una squadra che ha vinto in tutto il mondo. Come puoi definirlo uno così?
Per me è stato il più grande presidente nella storia del calcio, anche di Bernabeu, perché nel calcio di Bernabeu, in quegli anni, per il Real era più facile emergere.
E poi Berlusconi non usava il denaro dei soci, ma il suo. Intitolargli il nuovo stadio del Milan? Sarebbe un’ottima idea. Vediamo che ne penseranno i nuovi proprietari. Non credo che i tifosi si opporrebbero".
"A lui devo tutta la mia vita da allenatore. Dopo 4 anni di scrivania mi chiamò al Milan. La cosa mi stupì ma mi rese orgoglioso. Avevo iniziato con le giovanili poi divenni il vice di Liedholm. Alla fine della stagione 86-87 il Barone stava per essere esonerato e mi venne chiesto se me la sentivo di prendere la prima squadra.
Dissi di sì ma quando parlai con Berlusconi chiesi che Nils potesse restare vicino a me almeno sino al termine di quel campionato. Poi tornai alla Mediolanum e mi richiamò quando non me lo aspettavo più. Quando sei al Real capisci di trovarti nel club più forte del mondo. Eppure, quando arrivò la telefonata, non ci pensai un attimo. Dopo aver vinto la Liga, a malincuore andai dal presidente Sainz e gli dissi 'Mi deve lasciare andare, a quell'uomo devo tutto'".