Le ammissioni (tardive) di Pioli. Fallire la Champions sarebbe un disastro. Mercato…..
Era dai tempi della Banter Era che non si vedeva la gente lasciare anticipatamente San Siro durante una partita del Milan. Un gesto che non mi troverà mai d’accordo, perché si vince e si perde tutti insieme. Ma lo scoramento che è emerso in ogni singolo milanista sul globo durante lo scempio di ieri è assolutamente comprensibile. Ci si aspettava una reazione d’orgoglio, invece il Milan è andato a picco con quel poco che è rimasto delle sue certezze. Il gol annullato a Olivier Giroud per mezza spalla in fuorigioco è stato il segnale funesto di un lunch match andato storto a tutti, che ha assunto i contorni dell’umiliazione quando sul tabellone il parziale recitava Milan-Sassuolo 1-5. Siamo stati capaci di far resuscitare una squadra che nelle otto giornate precedenti aveva fatto appena due punti e che era in piena crisi. Evidentemente le fratture interne al Milan sono molto più ampie e hanno portato tutto il gruppo ad affondare dentro un buco nero che fa paura e che ricorda gli ultimi blackout gestionali di Pioli con Lazio, Inter e Fiorentina. Un amico mental coach mi ha scritto: “La cosa sbagliata in assoluto è pensare di cambiare le cose continuando a fare sempre le stesse cose”. Ha perfettamente ragione. Pioli ha perseverato nei suoi principi quando da oltre un mese chi sta fuori da Milanello e guarda le partite ha evidenziato, in maniera obiettiva, come certe cose non funzionassero più.
Ieri, per la prima volta e davanti a un’evidenza inconfutabile, anche il mister ha dovuto ammettere pubblicamente i suoi errori. Il 4-2-3-1 con questo format, ovvero senza un trequartista box-to-box puro non è sostenibile dalla squadra, ma questo lo diciamo da mesi. E questo tracollo verticale arriva all’inizio della settimana che porterà al derby di domenica sera. Una partita che, obiettivamente, mi mette molta paura perché già in Supercoppa Italiana l’Inter ha saputo penetrare nelle pieghe di un Milan scoperto specie sul lato destro e, in generale, sembra avere una gamba diversa rispetto a Tonali e compagni. Le soluzioni, a livello qualitativo, sono poche e l’unica che applicabile, visto il rientro di Bennacer, è quella di confermare Krunic come pendolo tra mediana e trequarti, per ridare peso alla prima linea di pressione. Inutile sbraitare su Vranckx e Adli: sono verità costruite nel cervello dei tifosi che vedono in chi non gioca la panacea a tutti i mali. Ciò che appare evidente, anche solo a livello esterno, è che la squadra non è più tale, con voci di dissidi interni allo spogliatoio e di atteggiamenti non in linea con quelli dello scorso anno. Tonali lanciò l'allarme a inizio campionato, forse aveva ragione.
