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La parola a chi ha ridato vita al Milan

Oggi il tecnico rossonero ha rilasciato alcune dichiarazioni sul suo Milan, come sempre l’umiltà ha fatto da padrona. Mr Pioli ha ridato vita e colore ad un Milan che era un po’ spento, scarico ma non l’ha fatto da solo e lo ammette con molta tranquillità.

In merito ai collaboratori ha detto ‘Io voglio proposte, idee, ma poi decido io…’ è lui l’allenatore, è giusto che sia cosi ma ha aggiunto ‘… Però voglio proposte, soprattutto se sono diverse dalle mie perché possono portare a qualche risultato migliore. La cosa che in questo momento mi piace di più è proprio preparare la strategia insieme ai miei collaboratori e vedere quello che mi portano loro, vedere cosa farebbero e poi mettere insieme tutto e prendere una decisione finale. Mi piace di più quando le mie decisioni si rivelano quelle giuste (ride, ndr), ma mi è capitato di dire “avevate ragione, bene che abbiamo fatto come avete pensato voi”. L’importante è fare una proposta, vuol dire lavoro, preparazione, passione, voglia di portare un contributo’ Stefano non si sente superiore, ammette che gli fa piacere se le decisioni che lui prende si rivelano giuste ma qual ora un collaboratore esporrebbe una sua idea il Mr è ben lieto di accettarla, non si sente superiore.

Gestire i campioni, le partite, gli intervalli e le soste sicuramente non è semplice. Il Milan ha campioni giovani che stanno crescendo con l’esempio di campioni affermati, Pioli ha affermato che ‘la difficoltà è soprattutto dei compagni, non tanto nostra. Quando parliamo di campioni parliamo di campioni a livello umano, professionale. Hanno una competitività così forte, interiore che non è difficile allenarli. È più il rapporto che si crea con gli altri… Quello che fai tu con il campione può creare qualche situazione un po’ così al limite. Alla fine secondo me la differenza la fa sempre l’intelligenza delle persone del gruppo che alleni. Questi campioni pretendono, e alzano il livello di tutto l’ambiente. Il problema è quando trovi persone o giocatori tra virgolette normali che invece pensano di essere qualcosa di più”. Sicuramente non è semplice gestire varie persone, vari caratteri ma possiamo dire che il tecnico rossonero lo sta facendo nel migliore dei modi.

Ogni tanto a tutti serve staccare la spina, per riposare la testa e tornare con una mentalità più lucida e per il Mr le soste sono l’unico modo per staccare realmente dal suo lavoro e rilassarsi un po’ tra passeggiate a piedi e in bicicletta. ‘“L’unico momento dove onestamente riesco a staccare per qualche giorno è durante la sosta. Perché adesso il nostro format prevede sette partite in venti giorni, e lì chiaramente non riesci a staccare. Mia moglie mi dice spesso: “Parlo ma non mi ascolti”, perché ovviamente le idee e la testa vanno sempre lì. Invece durante la sosta, la prima settimana che non c’è l’impegno della domenica, riesco a fare qualche uscita in bicicletta, qualche partitina a paddle, o semplicemente una passeggiata col cane e pensare ad altro. Come te mi piace molto guardare lo sport, mi rilassa. Quando non c’è la partita riesco un pochettino a staccare. A me piace giocare alla sera, finisce la rifinitura del mattino e nel primo pomeriggio riesco ad avere un po’ più di tempo per prepararmi, arrivo meglio”.

La squadra è unita e non si può negare, ma se prima ad unirla erano i ritiri adesso che non si fanno ad unire la squadra devono pensarci l’allenatore i calciatori e tutto lo staff. Il mister afferma ‘ero molto abituato ad andare in ritiro, sia da calciatore che da allenatore. Adesso invece sono 3-4 anni, prima a Firenze e ora qua al Milan, che non facciamo i ritiri. Quando giochiamo la sera a San Siro poi la mattina dopo ci alleniamo a Milanello e stiamo tutto il giorno insieme. Anche in trasferta, partiamo al mattino per poi giocare la sera. Preferiamo fare, soprattutto quando giochiamo durante la settimana, il riposo dopo la partita qui a Milanello. Sia io che i giocatori vediamo che non abbiamo bisogno di andare in ritiro la sera prima, anzi. Stare a casa ci permette di essere un po’ più sereni e anche un po’ più concentrati. I ritiri una volta erano aggreganti, si stava insieme, si giocava a carte. Adesso iPad, computer, cuffie. Ognuno ha il suo micro mondo”.

E se ogni calciatore ha il suo micro mondo, il Milan è il micro mondo del tifoso per la quale l’allenatore ha speso solo che parole buone. ‘È importante che ci sia sostengo e fiducia, soprattutto per quello che abbiamo passato senza tifosi. Abbiamo capito quanto ne abbiamo bisogno, è importante portarli a vivere le partite con questo entusiasmo’.

Noi non possiamo che ringraziare il Mister per quello che è, per quello che ha fatto e che sta continuando a fare per tutta la squadra.

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