Dal paese alla metropoli
Hauge, il giovane attaccante rossonero, al ‘The Athletic’ ha parlato di come ha affrontato il suo trasferimento e l’arrivo al Milan.
Ha raccontato di essere molto legato alla sua squadra precedente, il Bodø/Glimt , tanto che l’ha voluto lasciare al momento giusto, ovvero quando era sicuro che la squadra fosse pronta a vincere lo scudetto anche senza di lui. Solo in quel momento si è sentito preparato ad abbandonare il porto sicuro e fare nuove esperienze. La nuova esperienza arriva velocemente e si chiama Milan, ammette ‘È andato tutto veloce’. Dalla sua parte aveva la mamma che confidava in lui e in questa nuova esperienza, nonostante le difficoltà da affrontare come una nuova lingua, una nuova città, nuovi compagni.
“Abbiamo quasi 50.000 persone che vivono a Bodø. È un po’ piccolo, soprattutto ora che vivo in una grande città, quindi, ovviamente, è un grande cambiamento”.

Non ha avuto paura, non ha esitato e la scelta l’ha soddisfatto, gli piace Milanello e il suo ambiente. Era una nuova opportunità e lui l’ha colta al volo ambientandosi fin da subito. Quando è arrivato riferisce non sapeva l’italiano; conosceva solo le parole chiave del calcio così da comprendere quello che gli veniva chiesto in campo; ora però stando a contatto sempre con questi suoni e parole nuove inizia a ‘farci amicizia’. Anche nello spogliatoio ha legato con tutti ; in particolare con Zlatan che è come un papà e il norvegese ha affermato ‘..ogni tanto traduce per me. È una guida assoluta…’.