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Caso Ibra-Lukaku? Non ci sono i presupposti per lunghe squalifiche

L’avvocato Luis Vizzino, è intervenuto nelle live  "Replay" su Facebook che la redazione di Milannews.it organizza in collaborazione con Milan Meeting Point, per parlare del Milan e dei casi più spinosi emersi negli ultimi giorni Ecco tutte le parole di Vizzino.


L'audio e il silenzio dello stadio, ha amplificato il caso anche per interessi di altri?


"Bisogna fare una distinzione tra il calcio prima del Covid e il calcio ai tempi del Covid. Prima del Covid questo episodio sarebbe stato condannato, ma non si sarebbe enfatizzato così tanto. Credo che se non fossero stati coinvolti Lukaku e Ibrahimovic, oggi nemmeno parleremmo più della questione. Questo è diventato un caso mediatico, ma nessuno sa cosa ha ascoltato realmente l'arbitro e cosa è stato effettivamente riportato nel referto. Le accuse di razzismo rivolte a Ibrahimovic sono frutto di interpretazioni. Le frasi di Lukaku mi sono sembrate anche più pesanti di quelle dello svedese. Ad ogni modo, si tratta di un caso di cui avremmo fatto tutti volentieri a meno, non ci sono dubbi". 

Quanto rischia veramente Ibrahimovic?


"Noi possiamo dare dei giudizi basandoci su quello che è successo negli anni passati, perché il calcio senza pubblico assume una differente dimensione. Chissà quante volte si sono verificati episodi del genere, rimasti però lettera morta, perché nascosti dalle urla e dai cori dei tifosi. Oggi cambia tutto, e bisogna fare attenzione perché una decisione eclatante potrebbe fare Giurisprudenza anche nel post Covid. In caso di comportamenti denigratori di stampo razzista, sarebbe applicabile potenzialmente una squalifica di 10 giornate o a tempo, più l'ammenda. A mio avviso, però, non ci sono i presupposti perché ciò accada. È stato un episodio bruttissimo ma è giusto circoscriverlo ad una gara di calcio sentita e dove sicuramente l’adrenalina raggiunge i massimi livelli". 


Plusvalenze in regime di Fair Play Finanziario?


"In linea di massima ‘fare plusvalenza’ non significa violare principi di liceità, ma rispondere all’esigenza di mantenere dei bilanci sani. La situazione cambierebbe invece - in caso di cosiddette plusvalenze fittizie - cioè relative ad esempio agli introiti derivanti delle vendite di quei calciatori, magari provenienti dalle giovanili, e con pochissime presenze nella massima serie, ma venduti a cifre esorbitanti. Il problema è comunque di difficile risoluzione perché il valore di un giocatore è sempre soggettivo. Tuttavia in questi casi la Procura Federale potrebbe intraprendere un procedimento per verificare la sussistenza di comportamenti atti a violare i principi della lealtà e della correttezza sportiva e magari finalizzati a ‘gonfiare’ i bilanci".



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